Il giorno 13
di dicembre, a Mazara del Vallo, come in tutta la Sicilia, non si mangia pasta
e pane. Si ricorda così una lunga carestia cessata appunto il 13, giorno di Santa Lucia, quando, giunto a
Palermo un carico di frumento, la gente non aspettò
la molitura, lo buttò giù in pentola e lo mangiò
bollito.
Oggi,
variamente condito, diviene un dolce. Molti
lo cominciano a gustare alla mezzanotte del giorno 12 con l’aggiunta di vino
cotto, la maggioranza l’indomani lo
mescola a ricotta zuccherata e biancomangiare e ne fa quasi una torta da consumare dopo un pasto a base di riso,
legumi, verdure e altro che non preveda
l’uso di farina. Così preparato viene offerto a parenti, amici e vicini di casa.
Era d’uso in casa mia,
aspettando che il grano giungesse a cottura, riunire la famiglia e giocare a carte, dando inizio ad una
consuetudine che accompagnava tutto il periodo natalizio.
La
ricetta
Dopo
aver messo a bagno il grano per tre giorni, avendo cura di cambiare l’acqua
ogni giorno, scolatelo e versatelo in una pentola con il doppio di acqua e qualche foglia di alloro.
Fatelo bollire a fuoco basso per due, tre ore e, a cottura ultimata, salate.
Un accorgimento per abbreviare i tempi di cottura è quello di spegnere il fuoco dopo aver portato a bollore e scoperchiare la pentola l’indomani.
Un accorgimento per abbreviare i tempi di cottura è quello di spegnere il fuoco dopo aver portato a bollore e scoperchiare la pentola l’indomani.
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